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“Lo sport come valore per crescere insieme”

“Lo sport come valore per crescere insieme”

ESSE Sport porta nelle scuole un progetto educativo dedicato ai giovani e ai valori dello sport

Sensibilizzare i giovani sul ruolo positivo dello sport come strumento di crescita personale, educativa e sociale: è questo l’obiettivo del nuovo progetto “Lo sport come valore per crescere insieme”, promosso da ESSE Sport e ESSE Calcio, settori operativi dell’Ente Sportivo Sociale Europeo (E.S.S.E.), impegnati nella promozione dello sport come veicolo di inclusione, partecipazione e cittadinanza attiva.

L’iniziativa, ideata dal Presidente nazionale Salvatore Grasso e coordinata dalla Responsabile Nazionale Daniela Santelli, nasce dalla consapevolezza che lo sport, e in particolare il calcio, rappresentano un linguaggio universale capace di unire e formare, capace di trasmettere valori educativi fondamentali come rispetto, collaborazione, spirito di squadra e gestione delle emozioni.


Il progetto: sport, motivazione e crescita personale

Il programma è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, e prevede una serie di incontri motivazionali, testimonianze dirette e attività esperienziali tenuti da tecnici sportivi, educatori e operatori del settore.
Tra i protagonisti figurano il mister Francesco Scardamaglia, il preparatore atletico Manuel Lanzillotta e lo staff tecnico di ESSE Calcio, che accompagneranno gli studenti in un percorso di crescita attraverso la pratica sportiva e la riflessione sui valori dello sport.

Durante gli incontri, i ragazzi avranno modo di approfondire temi come autostima, rispetto delle regole, gestione della competizione, inclusione e pari opportunità, riscoprendo nello sport un vero strumento educativo e sociale.


Obiettivi educativi e sociali

Il progetto mira a rafforzare il legame tra scuola e sport, due pilastri fondamentali per la crescita dei giovani, valorizzando il ruolo dello sport come strumento pedagogico e veicolo di valori condivisi.

Gli obiettivi principali comprendono:

  • Promuovere il benessere psico-fisico attraverso la pratica sportiva;
  • Sviluppare autostima, disciplina e responsabilità;
  • Favorire inclusione e pari opportunità;
  • Diffondere una cultura del rispetto e della cooperazione.

Attuazione del progetto

Gli incontri si svolgeranno in orario pomeridiano, con una durata di circa due ore, e saranno adattati alle esigenze dei singoli istituti scolastici.
L’avvio ufficiale del programma è previsto per gennaio 2026, con il coinvolgimento di scuole del territorio e la collaborazione di docenti, dirigenti scolastici e professionisti dell’educazione.


ESSE: la forza della rete educativa e sportiva

Il progetto si inserisce nel più ampio quadro delle iniziative promosse da ESSE – Ente Sportivo Sociale Europeo, riconosciuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali come Rete Associativa Nazionale e impegnato nella diffusione dei valori legati a sport, inclusione, cultura, formazione e solidarietà.

Attraverso il settore ESSE Sport, l’Ente consolida la propria presenza sul territorio come punto di riferimento per associazioni, scuole e comunità educative, sostenendo un modello di sport fondato su partecipazione, solidarietà e crescita collettiva.


📩 Per informazioni e adesioni al progetto:
👉 info@esserete.it
🌐 www.esserete.it

I Podcast di E.S.S.E.: la voce del Terzo Settore e dello Sport

Informazione, formazione e cultura in un nuovo format di ESSE Media e del Centro Studi E.S.S.E.

Unire informazione e formazione, cultura e partecipazione.
È questa la missione de “I Podcast di E.S.S.E.”, il nuovo progetto editoriale promosso da ESSE Media, testata giornalistica del Terzo Settore e dello Sport, in collaborazione con il Centro Studi e Formazione Professionale E.S.S.E..

Un’iniziativa che nasce con l’obiettivo di diffondere conoscenza, consapevolezza e competenze su temi centrali per il mondo associativo, sportivo, culturale e professionale italiano: dal Codice del Terzo Settore alla Riforma dello Sport, dalla gestione degli ETS alla comunicazione sociale, fino ai nuovi modelli di inclusione e sostenibilità.


🎧 Una piattaforma di dialogo e conoscenza

I podcast di E.S.S.E. sono pensati come strumenti di divulgazione accessibili e coinvolgenti, capaci di portare l’esperienza della rete ESSE direttamente a chi opera ogni giorno sul campo — associazioni, dirigenti sportivi, professionisti, volontari e cittadini.
Ogni episodio è curato da esperti del settore e dai referenti delle strutture territoriali E.S.S.E., con l’obiettivo di fornire contenuti tecnici affidabili ma anche testimonianze concrete, provenienti dal mondo reale del non profit e dello sport sociale.

Il format, pubblicato su Spotify e YouTube, alterna rubriche di approfondimento giuridico e fiscale, interviste a dirigenti, volontari e rappresentanti istituzionali, e puntate dedicate alle buone pratiche del territorio.


🗣️ Le voci di ESSE: informare per formare

“La comunicazione è il primo atto formativo. Con i podcast vogliamo rendere accessibile a tutti la conoscenza del Terzo Settore, superando linguaggi tecnici e portando chiarezza, trasparenza e fiducia nel nostro mondo associativo.”
Alessio de Cristofaro, Presidente di ESSE Media

Il progetto rappresenta una delle linee strategiche del Centro Studi E.S.S.E., la struttura tecnico-formativa che aggrega le associazioni professionali riconosciute ai sensi della Legge 4/2013, e che promuove costantemente attività di aggiornamento, corsi, seminari e progetti di ricerca.

“Formazione e informazione sono i due pilastri della crescita culturale del Terzo Settore. I podcast di E.S.S.E. non sono solo un mezzo di comunicazione, ma un laboratorio di idee e di competenze, nato per supportare chi opera quotidianamente nel sociale e nello sport.”
Salvatore Cavallo, Direttore Responsabile di ESSE Media


🏛️ La missione culturale di E.S.S.E.

L’iniziativa si inserisce pienamente nella missione di E.S.S.E. – Ente Sportivo Sociale Europeo, che da anni lavora per valorizzare il talento, la solidarietà e la formazione come strumenti di inclusione e crescita collettiva.
Attraverso i suoi progetti tematici — dallo sport parasociale alla promozione culturale, dalla tutela delle professioni al turismo sociale — E.S.S.E. si conferma una rete viva di competenze e relazioni, capace di integrare il mondo associativo con quello professionale e istituzionale.

“I podcast rappresentano la voce unitaria di E.S.S.E.: un ponte tra conoscenza e partecipazione, tra le associazioni e i professionisti del Terzo Settore. È un modo nuovo per restituire al pubblico l’esperienza che ogni giorno maturiamo nei territori.”
Massimo di Mauro, Presidente Nazionale di E.S.S.E.


🔗 Un progetto in evoluzione

Il palinsesto dei podcast è in continuo aggiornamento e seguirà l’attualità normativa, gli eventi nazionali e i focus formativi del Centro Studi E.S.S.E..
Ogni episodio sarà accompagnato da articoli di approfondimento pubblicati sul portale ESSE Media, garantendo così una sinergia tra i canali informativi e formativi della rete.

Con questa iniziativa, E.S.S.E. consolida il proprio impegno per una cultura del Terzo Settore e dello Sport fondata su trasparenza, professionalità e crescita condivisa.


🔊 Ascolta, impara, condividi

🎙️ I Podcast di E.S.S.E. sono disponibili su
 Spotify  👉 I Podcast del Terzo Settore e dello Sport

Youtube  👉 https://www.youtube.com/@essereteassociativa

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

E.S.S.E. Professione Archeologia chiede il ritiro dell’emendamento 108-bis

Roma, 3 dicembre 2025 – L’Associazione Professionale E.S.S.E. Professione Archeologia, aggregata al Centro Studi E.S.S.E. ai sensi della Legge 4/2013, ha trasmesso un esposto ufficiale al Ministero della Cultura, al Ministero dell’Economia e delle Finanze e alla Presidenza della Repubblica, chiedendo il ritiro immediato dell’emendamento 108-bis inserito nel disegno di Legge di Bilancio 2026

L’emendamento, spiega la Presidente Carmela Autieri“riduce drasticamente l’ambito di applicazione dell’archeologia preventiva, limitandola alle sole opere pubbliche già soggette a vincolo archeologico ed escludendo i lavori privati e le aree non ancora vincolate”.
Una scelta che, secondo l’Associazione, “minerebbe la capacità dello Stato di tutelare il patrimonio archeologico nazionale, vanificando i progressi compiuti negli ultimi vent’anni nella salvaguardia del territorio e dei beni culturali”.


⚖️ Un rischio per la tutela e per la legalità europea

Nel documento ufficiale inviato ai Ministeri, E.S.S.E. Professione Archeologia sottolinea che l’emendamento 108-bis contrasta apertamente con i principi della Convenzione Europea per la Protezione del Patrimonio Archeologico – la cosiddetta Convenzione di La Valletta, ratificata con la Legge 57/2015 – e con l’articolo 9 della Costituzione italiana, che afferma l’impegno della Repubblica nella tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione.

La limitazione dell’archeologia preventiva “espone l’Italia a potenziali infrazioni europee” e, soprattutto, “rappresenta un arretramento culturale e tecnico inaccettabile per un Paese custode del più vasto patrimonio archeologico del mondo”.


🧱 Archeologia preventiva: tutela, efficienza e conoscenza

L’esposto spiega con chiarezza perché l’archeologia preventiva non è un ostacolo, ma una risorsa strategica per il Paese:

  • Tutela del territorio – consente di individuare, studiare e salvare reperti prima che i cantieri li distruggano;

  • Efficienza economica – prevenire è meno costoso che bloccare lavori avviati a causa di ritrovamenti fortuiti;

  • Tutela della memoria collettiva – ogni reperto è un tassello della nostra identità culturale, e la sua perdita è una ferita irreversibile alla storia.

Senza controlli preventivi, “la maggior parte delle opere urbanistiche e infrastrutturali – soprattutto private – resterebbe priva di tutela, con gravi danni alla conoscenza del territorio e alla conservazione della memoria storica”.


🧩 Le richieste ufficiali di E.S.S.E. Professione Archeologia

Nell’esposto firmato dalla Presidente Carmela Autieri e dal Presidente del Centro Studi E.S.S.E.Massimo di Mauro, l’Associazione formula quattro richieste precise ai Ministeri competenti:

  1. Ritiro immediato dell’emendamento 108-bis, in quanto contrario ai principi costituzionali e internazionali di tutela.

  2. Apertura di un tavolo tecnico interministeriale con la partecipazione di associazioni professionali, università e rappresentanze del Terzo Settore, per semplificare le procedure senza ridurre le tutele.

  3. Mantenimento integrale dell’archeologia preventiva per tutte le opere pubbliche e private, in coerenza con il Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) e le linee guida del Ministero della Cultura.

  4. Tutela delle competenze professionali riconosciute ai sensi della Legge 4/2013, valorizzando il contributo dei professionisti del settore.


🗣️ Dichiarazione della Presidente Autieri

“L’archeologia preventiva non è un ostacolo, ma una garanzia: tutela il territorio, riduce i costi pubblici e preserva la nostra storia. Limitare questa pratica significa tornare indietro di vent’anni e rinunciare a un presidio fondamentale di legalità, cultura e conoscenza.”
— Carmela Autieri, Presidente nazionale di E.S.S.E. Professione Archeologia


🏛️ Il ruolo di E.S.S.E. nel sistema professionale

E.S.S.E. Professione Archeologia è una delle associazioni professionali riconosciute dal Centro Studi E.S.S.E., Forma Aggregativa iscritta negli elenchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ai sensi della Legge 4/2013.
L’Associazione rappresenta archeologi e professionisti impegnati nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico-archeologico, in stretta sinergia con il Terzo Settore e con la rete associativa E.S.S.E. (Ente Sportivo Sociale Europeo).


📰 Conclusioni

L’appello lanciato da E.S.S.E. Professione Archeologia rappresenta non solo una battaglia per la tutela del patrimonio, ma anche un segnale di responsabilità civile e professionale.
In un momento in cui il dibattito pubblico tende alla semplificazione amministrativa, l’Associazione invita a non confondere la semplificazione con la diminuzione delle tutele, ricordando che il patrimonio archeologico è un bene comune non rinnovabile.

Come conclude il documento inviato ai Ministeri:

“La riduzione dell’archeologia preventiva non semplifica i processi, ma aumenta i rischi di danno irreparabile, costi pubblici e contenziosi, oltre a minare la reputazione internazionale dell’Italia nel campo della tutela dei beni culturali.”

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

ETS commerciali e non commerciali: cosa cambia con la riforma del Terzo Settore

Con l’entrata in vigore dal 1° gennaio 2026 del regime fiscale previsto dal Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), assume particolare rilievo la distinzione tra ETS commerciali ed ETS non commerciali.
Una delle innovazioni più significative della riforma è infatti il riconoscimento della possibilità, per un ente, di svolgere anche attività economiche e commerciali, senza perdere la qualifica di ente del Terzo Settore e le connesse agevolazioni fiscali — purché i proventi vengano reinvestiti integralmente nelle finalità solidaristiche e istituzionali.


🔹 ETS commerciali: la “convivenza” tra impresa e finalità sociale

Il legislatore ha introdotto un principio innovativo: un ente può esercitare attività di interesse generale (art. 5 del D.Lgs. 117/2017) anche con modalità commerciali, mantenendo la qualifica di ETS.
In pratica, si riconosce che la sostenibilità economica e la capacità di generare ricavi non sono in contrasto con la natura solidaristica dell’ente, purché l’attività economica resti strumentale al perseguimento degli scopi sociali.

Gli ETS commerciali, iscritti al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), possono quindi:

  • operare anche con modalità imprenditoriali;

  • mantenere la qualifica di ETS;

  • beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il Terzo Settore,
    a condizione che gli utili e gli avanzi di gestione siano interamente reinvestiti nelle attività istituzionali, senza distribuzione ai soci, amministratori o collaboratori.


⚖️ Il coordinamento con il TUIR: l’articolo 149 non si applica agli ETS

Una delle conseguenze più rilevanti di questa nuova impostazione riguarda l’inapplicabilità, agli ETS iscritti al RUNTS, dell’articolo 149 del TUIR (“Perdita della qualifica di ente non commerciale”).
Tale norma prevede che un ente perda automaticamente la qualifica di non commerciale se, per un intero periodo d’imposta, esercita prevalentemente attività economiche.

Con l’art. 89 del Codice del Terzo Settore, il legislatore ha chiarito che:

“L’articolo 149 del TUIR non si applica agli enti del Terzo Settore iscritti nel RUNTS”.

Questo significa che anche un ETS che svolge in prevalenza attività commerciali — come la gestione di servizi, corsi, attività culturali o sportive a pagamento — non perde automaticamente la propria qualifica di ente del Terzo Settore, a differenza di quanto avverrebbe per un’associazione o fondazione non iscritta al RUNTS.


🧾 Cosa accade agli enti non iscritti al RUNTS

Diverso è il caso degli enti non iscritti al Registro Unico.
Se un’associazione o fondazione “ordinaria” (quindi priva di qualifica ETS) svolge attività commerciali prevalenti, l’Agenzia delle Entrate può disconoscere la natura di ente non commerciale e assoggettare l’intera gestione al regime fiscale delle imprese.
In questi casi, ogni provento viene considerato reddito d’impresa e sottoposto a tassazione ordinaria (IRES, IVA, IRAP).

La riforma, dunque, incentiva fortemente l’iscrizione al RUNTS, offrendo agli enti che scelgono di qualificarsi come ETS una maggiore tutela fiscale e normativa.


🔍 I poteri di controllo del Fisco e del RUNTS

L’assenza dell’articolo 149 TUIR non significa che l’Amministrazione finanziaria non possa intervenire.
L’articolo 94 del D.Lgs. 117/2017, dedicato ai controlli fiscali sugli ETS, stabilisce che:

“L’Amministrazione finanziaria esercita autonomamente attività di controllo in merito al possesso dei requisiti richiesti per fruire delle agevolazioni fiscali previste per i soggetti iscritti al RUNTS, e in caso di violazioni, disconosce la spettanza del regime fiscale agevolato”.

Ciò significa che l’Agenzia delle Entrate potrà:

  • verificare l’effettivo utilizzo dei proventi per finalità istituzionali;

  • controllare il rispetto dei limiti statutari e delle norme sul divieto di distribuzione di utili;

  • sospendere o revocare i benefici fiscali in caso di irregolarità.

Inoltre, l’esito dei controlli fiscali viene comunicato agli uffici del RUNTS, che potranno adottare ulteriori provvedimenti amministrativi (ad esempio la sospensione o cancellazione dell’iscrizione).


💡 Una nuova visione per la sostenibilità del Terzo Settore

Con l’entrata in vigore del nuovo regime, il legislatore ha riconosciuto una realtà sempre più evidente: molte organizzazioni del Terzo Settore operano in contesti complessi e competitivi, dove la sostenibilità economica è condizione necessaria per la continuità della missione sociale.

La figura dell’ETS commerciale rappresenta, dunque, una forma evoluta di impresa sociale:
un modello ibrido che concilia il valore economico con l’impatto sociale, permettendo agli enti di autofinanziarsi, innovare e rafforzare la propria presenza sul territorio, nel rispetto dei principi di trasparenza e solidarietà.


📌 Conclusione

Dal 2026, con la piena attuazione della riforma, gli ETS commerciali saranno una componente essenziale del nuovo ecosistema del Terzo Settore.
Sarà fondamentale, però, che ciascun ente:

  • documenti e dimostri la destinazione dei ricavi alle proprie finalità sociali;

  • mantenga coerenza tra attività economica e scopo istituzionale;

  • aggiorni i propri statuti e le procedure contabili per garantire la massima trasparenza.

Solo così sarà possibile coniugare efficienza economica e missione etica, realizzando quella “sostenibilità sociale” che è il cuore della Riforma del Terzo Settore.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

“Giocare insieme per fare la differenza”

Caserta – 14 dicembre 2025
Una giornata di sport, solidarietà e comunità: nasce con questo spirito il Torneo Solidale di Padel “Giocare insieme per fare la differenza”, un evento benefico organizzato presso il centro Euro Indoor di Caserta, il cui ricavato sarà interamente devoluto all’Opera Sant’Anna (OSA) – una realtà di volontariato che da anni rappresenta un punto di riferimento per centinaia di persone in difficoltà.

L’OSA – Opera Sant’Anna, affiliata alla rete E.S.S.E., è un’organizzazione di volontariato che gestisce una mensa solidale attiva tre volte a settimana, garantendo pasti caldi, accoglienza e ascolto a chi vive situazioni di disagio economico o sociale.
La missione dell’OSA va oltre la semplice assistenza alimentare: è un progetto di inclusione, dignità e rinascita, che promuove la solidarietà attiva come strumento concreto per costruire una società più giusta e accogliente.

Sport e solidarietà: un binomio vincente

Il torneo, aperto a tutti i livelli di gioco maschili e femminili, rappresenta un’occasione per unire la passione sportiva al sostegno concreto verso chi ha più bisogno.
La quota di partecipazione di 25 euro, oltre a un gadget firmato “Opera Sant’Anna”, diventa un piccolo gesto capace di generare un grande impatto: ogni contributo si trasforma in pasti, assistenza e speranza per chi affronta ogni giorno la povertà.

Dietro l’iniziativa, un forte spirito di collaborazione tra enti, imprese e cittadini, tra cui Incentivimpresa, Della Rocca Experience, la Pizzeria Da Michele e lo Studio Iannotti Avvocati Penalisti, che hanno scelto di sostenere concretamente il progetto.

Francesco Marzano, Presidente dell’Opera Sant’Anna:
“Questo torneo rappresenta molto più di un evento sportivo: è un segnale forte di solidarietà, un gesto concreto di attenzione verso chi ogni giorno affronta il disagio e la solitudine.
L’OSA è nata per rispondere a bisogni reali del territorio, offrendo non solo pasti caldi ma anche ascolto, dignità e relazioni umane. La nostra mensa è un luogo di accoglienza e speranza, dove il volontariato diventa la forma più autentica di comunità.
Ringraziamo tutti coloro che, attraverso lo sport e l’impegno civile, continuano a sostenerci nel nostro cammino per costruire una società più giusta e solidale.”

L’impegno di E.S.S.E. per il sociale

L’evento, patrocinato da E.S.S.E. – Ente Sportivo Sociale Europeo, si inserisce nel più ampio quadro di azioni di promozione sociale e solidarietà che la rete persegue a livello nazionale.
Attraverso la sua struttura capillare di associazioni, enti e federazioni, E.S.S.E. promuove l’idea che lo sport, la cultura e il volontariato siano strumenti efficaci per combattere il disagio sociale e favorire la coesione delle comunità.

Il valore del volontariato oggi

In un contesto in cui sempre più famiglie vivono situazioni di precarietà, il volontariato rappresenta la risposta più autentica alla povertà. Non solo un aiuto materiale, ma un gesto che restituisce dignità, vicinanza e speranza.
Eventi come questo dimostrano come, attraverso la partecipazione e la generosità, ognuno possa contribuire a costruire un futuro più solidale.

📅 Appuntamento quindi a domenica 14 dicembre alle ore 17:00 presso Euro Indoor Caserta, per una serata di sport e umanità: perché giocare insieme può davvero fare la differenza.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

Salute e sicurezza nel volontariato di protezione civile: arrivano nuove regole per enti e volontari

Il decreto-legge 31 ottobre 2025, n. 159, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 254/2025, segna un punto di svolta per le organizzazioni di volontariato e gli enti del Terzo Settore impegnati nella protezione civile, introducendo nuove norme in materia di salute, sicurezza, formazione e controlli sanitari.
Si tratta di un aggiornamento normativo che punta a rafforzare la tutela dei volontari e a garantire maggiore coerenza tra il mondo del lavoro e quello del volontariato, mantenendo però la specificità del Terzo Settore.


🔹 Chi rientra nella nuova disciplina

Il decreto chiarisce che sono considerate “organizzazioni di protezione civile”:

  • le organizzazioni di volontariato,

  • le reti associative,

  • gli altri enti del Terzo Settore (ETS) che includono la protezione civile tra le attività di interesse generale,
    insieme alle altre forme di volontariato organizzato iscritte nell’elenco nazionale previsto dal Codice della Protezione Civile.

Le regole si applicano anche:

  • al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico,

  • alle componenti volontaristiche della Croce Rossa Italiana,

  • ai corpi dei vigili del fuoco volontari delle Regioni a statuto speciale.

Con questa norma, il decreto integra l’art. 3-bis nel D.Lgs. 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro), adattandolo alle peculiarità operative del volontariato.


🔹 Volontari equiparati ai lavoratori — ma solo in parte

Il volontario di protezione civile è ora equiparato al lavoratore solo per alcuni aspetti fondamentali:

  • formazione, informazione e addestramento;

  • controllo sanitario di base;

  • uso dei dispositivi di protezione individuale (DPI).

Resta l’obbligo per ogni volontario di tutelare la propria sicurezza e quella delle persone con cui opera, rispettando le procedure e le indicazioni ricevute durante la formazione.

Il legale rappresentante dell’organizzazione diventa responsabile del rispetto di tali obblighi, salvo nei casi in cui siano presenti veri e propri rapporti di lavoro (in tal caso resta applicabile la disciplina generale del D.Lgs. 81/2008).


🔹 Formazione, dispositivi e controlli sanitari

L’articolo 18 del decreto concentra gli obblighi per le organizzazioni su tre punti chiave:

  1. Formazione obbligatoria per ogni volontario, calibrata in base agli scenari di rischio e ai ruoli svolti.

  2. Controllo sanitario di base, volto alla prevenzione e alla verifica dell’idoneità alle attività operative.

  3. Fornitura di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati, accompagnati da istruzioni e addestramento pratico.

Il controllo sanitario potrà essere effettuato:

  • da strutture mediche interne all’ente,

  • da altre organizzazioni convenzionate,

  • oppure da strutture pubbliche o private accreditate del Servizio Sanitario Nazionale, sempre nel rispetto delle norme sul trattamento dei dati personali (GDPR).

Importante precisazione: le sedi, aree di esercitazione e intervento dei volontari non sono considerate “luoghi di lavoro” ai sensi del D.Lgs. 81/2008 — una distinzione che riconosce la natura specifica e non lavorativa del volontariato, pur mantenendo elevati standard di sicurezza.


🔹 Sorveglianza sanitaria mirata

Le organizzazioni, la Croce Rossa Italiana e il Soccorso Alpino dovranno individuare i volontari che, per le mansioni svolte, sono esposti a rischi oltre determinate soglie, attivando per loro la sorveglianza sanitaria prevista dall’art. 41 del D.Lgs. 81/2008.

Nelle Regioni a statuto speciale (Valle d’Aosta, Trento e Bolzano) la valutazione del rischio e l’individuazione dei soggetti interessati spetteranno alle autorità di protezione civile locali.
La sorveglianza sanitaria continuerà a seguire le modalità già definite con decreto del Capo del Dipartimento della Protezione Civile.


🔹 Formazione e controlli già svolti restano validi

Il decreto riconosce la validità delle attività formative e dei controlli sanitari già realizzati dagli enti, purché coerenti con i nuovi scenari di rischio individuati.
Inoltre, prevede che ulteriori disposizioni su formazione, DPI e sorveglianza sanitaria possano essere adottate con successivi decreti del Presidente del Consiglio o dell’autorità delegata in materia di protezione civile.


🔹 Un passo avanti per la sicurezza nel Terzo Settore

Con questo intervento, il Governo riconosce il valore dei volontari di protezione civile come risorsa essenziale per la sicurezza del Paese, ma anche la necessità di garantire tutele adeguate senza appesantire la macchina organizzativa.

La riforma:

  • chiarisce ruoli e responsabilità tra enti e volontari;

  • introduce una cultura della prevenzione coerente con i principi del Terzo Settore;

  • valorizza l’esperienza e la formazione dei volontari come patrimonio collettivo.

In definitiva, il decreto rafforza la protezione dei volontari e la qualità del sistema italiano di protezione civile, conciliando sicurezza, partecipazione e solidarietà.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

«Non sei sola»: il 25 novembre, riflessione globale e impegno locale

Come nasce la giornata, quali sono i numeri della violenza di genere e il ruolo di E.S.S.E. nella prevenzione e contrasto

Ogni anno, il 25 novembre, il mondo si ferma per riflettere sul dramma della violenza di genere. È una data scelta non a caso: nel 1960, in Repubblica Dominicana, le attiviste Patria Mirabal, Minerva Mirabal e María Teresa Mirabal, note come “Las Mariposas”, furono assassinate per mano del regime di Rafael Leónidas Trujillo, mentre lottavano per la libertà.

Nel 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – con la risoluzione 54/134 del 17 dicembre – ha ufficializzato il 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

📌 Perché proprio il 25 novembre

La scelta del 25 novembre è profondamente simbolica. Non solo commemora l’assassinio delle sorelle Mirabal, ma rappresenta un richiamo globale ai diritti umani e alla dignità delle donne. Nel 1991 il Center for Women’s Global Leadership (CWGL) lanciò la campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, che va dal 25 novembre al 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani.

📊 Un fenomeno sociale e culturale di ampia portata

La violenza di genere non è una questione privata: è un fenomeno strutturale che riflette disuguaglianze di potere, stereotipi e relazioni sociali sbilanciate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre il 30% delle donne a livello globale abbia subito violenza fisica o sessuale da partner o da un soggetto diverso. 
In Italia, i dati sono altrettanto preoccupanti: anche se gli omicidi di donne sono in lieve calo, la violenza domestica e le molestie persistono. 
L’impatto è multidimensionale: le vittime spesso soffrono di problemi di salute mentale, depressione, abuso di sostanze, isolamento sociale.

🤝 L’impegno concreto di E.S.S.E.

In questa giornata, E.S.S.E. – Ente Sportivo Sociale Europeo – ribadisce il proprio impegno attivo e quotidiano contro la violenza di genere.
Le azioni promosse includono:

  • programmi formativi nelle scuole, negli enti e nelle associazioni sull’inclusione, il rispetto e la parità di genere;

  • iniziative sportive e comunitarie che coinvolgono donne e ragazze, anche in contesti vulnerabili, con l’obiettivo di favorire empowerment e partecipazione;

  • collaborazioni con centri antiviolenza, reti associative e istituzioni pubbliche per creare percorsi di ascolto, accoglienza e prevenzione;

  • campagne di sensibilizzazione con la rete dei soci, volontari e operatori, per diffondere la cultura del rispetto come antidoto alla violenza.

🌐 Valore e proposta sociale

E.S.S.E. crede che lo sport, la cultura, l’associazionismo e il volontariato siano leve fondamentali per costruire comunità più giuste, libere dalla paura e dalla sopraffazione. In un tempo in cui l’emergenza globale della violenza di genere richiede risposte integrate, la Rete E.S.S.E. si pone come soggetto attivo nel tessere alleanze culturali e sociali a livello locale e nazionale.

🔚 Persevera l’appello: «Non sei sola»

Il 25 novembre non è solo una data. È un momento di riflessione collettiva, ma anche e soprattutto di azione. Per ogni persona che subisce violenza, per ogni viso invisibile che trova voce, per ogni comunità che sceglie di non girarsi dall’altra parte.
Con E.S.S.E., l’impegno continua oggi e sempre.

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CENTRO STUDI E.S.S.E.

Prorogata al 2036 la disciplina IVA per il Terzo Settore: una decisione che garantisce stabilità e continuità operativa

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la proroga fino al 2036 della disciplina IVA applicabile agli Enti del Terzo Settore, confermando il regime transitorio che tutela associazioni, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale dal pieno assoggettamento all’imposta sul valore aggiunto.

La decisione, resa pubblica attraverso una dichiarazione del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, rappresenta un importante passo avanti per il mondo non profit, che potrà continuare a beneficiare di un sistema fiscale più coerente con la propria natura solidaristica.


🔍 Cosa prevedeva la norma originaria

L’articolo 4 del Decreto Legislativo 633/1972 (Decreto IVA), come modificato dal Decreto Legislativo n. 117/2017 – Codice del Terzo Settore, avrebbe dovuto far venire meno, a partire dal 1° gennaio 2026, l’esclusione da IVA per molte operazioni rese da enti non commerciali e associazioni nei confronti dei propri soci o tesserati.

In particolare, la riforma mirava ad allineare la disciplina italiana alle direttive europee, prevedendo che le prestazioni rese verso corrispettivo specifico a favore di associati, iscritti o partecipanti rientrassero a pieno titolo nel campo di applicazione dell’IVA, salvo limitate esenzioni.

Tale impostazione, tuttavia, aveva sollevato forti preoccupazioni nel mondo del Terzo Settore, in quanto avrebbe comportato:

  • un significativo aggravio burocratico e amministrativo per associazioni di piccole e medie dimensioni;

  • la perdita di competitività rispetto alle imprese commerciali;

  • un rischio di riduzione delle attività sociali e culturali rivolte ai cittadini.


🧩 La proroga e il confronto con l’Europa

Il Governo italiano ha avviato nei mesi scorsi un dialogo con la Commissione Europea, al fine di ottenere una deroga pluriennale alle regole comunitarie in materia di IVA, riconoscendo la specificità delle prestazioni rese dagli enti del Terzo Settore.

Il confronto si è concluso positivamente, permettendo di estendere il regime agevolato fino al 31 dicembre 2036.
Come ha sottolineato il Sottosegretario Mantovano, questa misura “assicura la necessaria continuità operativa e la semplificazione degli adempimenti burocratici per una vasta platea di associazioni, tutelando efficacemente la loro missione sociale”.


⚖️ Una proroga che vale come riconoscimento politico e sociale

Afferma il Presidente della Rete Associativa E.S.S.E. Massimo di Mauro: “La proroga rappresenta un atto di riconoscimento della funzione pubblica e solidaristica del Terzo Settore, che svolge un ruolo insostituibile nel sistema di welfare partecipato e nella promozione della cittadinanza attiva.

In assenza di questo intervento, dal 2026 migliaia di enti si sarebbero trovati a dover applicare l’IVA su quote associative, corsi, attività culturali, sportive o ricreative rivolte ai propri soci, con un impatto economico potenzialmente devastante.

La proroga dunque non è solo una misura fiscale, ma un segnale politico forte: il riconoscimento del valore economico e sociale generato dal Terzo Settore italiano, capace di integrare pubblico e privato nella realizzazione di servizi di interesse generale.”


🧭 Prospettive future

Il Governo ha espresso l’intenzione di utilizzare i prossimi anni per costruire, insieme alle rappresentanze del Terzo Settore e agli organismi europei, una disciplina definitiva e strutturale, che concili le esigenze di trasparenza e di equità fiscale con la tutela delle finalità solidaristiche degli enti.

In parallelo, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali continuerà a monitorare l’evoluzione del quadro normativo, anche in vista dell’attuazione completa del regime fiscale degli ETS prevista per il 2026.


💬 In sintesi

“Si è raggiunta una soluzione che garantisce stabilità al Terzo Settore, preservando il suo ruolo essenziale nel tessuto sociale della Nazione” – ha dichiarato il Sottosegretario Mantovano.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.

L’evoluzione dei trattamenti fitoterapeutici tra ricerca e nuove tecnologie

Seminario all’Università della Calabria con la partecipazione del Centro Studi e Formazione E.S.S.E.

La fitoterapia rappresenta uno dei più antichi e al tempo stesso più innovativi strumenti della medicina moderna. Si basa sull’utilizzo di principi attivi naturali derivati dalle piante per la prevenzione e il trattamento di numerose patologie.
Oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica e delle tecnologie farmaceutiche, la fitoterapia ha assunto un ruolo sempre più importante nella promozione della salute naturale, integrandosi con la medicina tradizionale e aprendo nuove prospettive terapeutiche basate su sicurezza, efficacia e sostenibilità.

Proprio per approfondire questi temi, giovedì 4 dicembre 2025, presso l’Università della Calabria – Aula del Corso di Medicina e Chirurgia (Arcavacata di Rende, CS) – si terrà il convegno dal titolo “L’evoluzione dei trattamenti fitoterapeutici tra ricerca e nuove tecnologie”, promosso dal Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’ateneo calabrese in collaborazione con CONFAPI Filiera Salute Calabria, Leading Med e il Centro Studi e Formazione E.S.S.E.

Un appuntamento di grande rilevanza scientifica, volto a promuovere il dialogo tra mondo accademico, sanitario e imprenditoriale, con un focus sulle innovazioni nel campo della fitoterapia, dell’integrazione naturale e delle nuove frontiere tecnologiche applicate alla salute.

🔹 Apertura dei lavori

I saluti istituzionali saranno affidati a:

  • Prof. Vincenzo Pezzi, Direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione;

  • Dr.ssa Agata Mollica, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Cosenza;

  • Dr. Federico Jorio, Assessore alla Sanità della Città di Rende;

  • Prof. Marcello Maggiolini, Coordinatore del Corso di Medicina UNICAL.

🔹 Le relazioni scientifiche

A partire dalle ore 16:30, si alterneranno interventi di docenti, ricercatori ed esperti del settore:

  • Prof.ssa Filomena Conforti, Dipartimento di Farmacia UNICAL: “From bench to bedside, ricerca di base e applicazioni cliniche in Fitoterapia”;

  • Dr.ssa Adele Gino, Public Sector Sales Manager Leading Med: “Fitoterapia e integratori: l’innovazione tecnologica al servizio della salute naturale”;

  • Prof. Ciro Santoro, Direttore Medicina Internistica Ospedale dell’Annunziata di Cosenza: “Approccio scientifico all’utilizzo delle nuove tecnologie e dei fitoterapici”;

  • Dr.ssa Candida Tucci, Presidente della Filiera Regionale Sanità CONFAPI Calabria: “La filiera salute in Calabria tra innovazione e impresa”.

🔹 Conclusioni e moderatori

Le conclusioni saranno affidate a On. Filomena Greco, Consigliera della Regione Calabria.
Moderano:

  • Prof. Giancarlo Statti, Ordinario del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione e Componente del Comitato Scientifico del Centro Studi e Formazione E.S.S.E.;

  • Sante Blasi, Presidente del Centro Studi e Formazione E.S.S.E. Calabria e informatore Leading Med.

🎓 Attestati e riconoscimenti

A tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato dal Centro Studi e Formazione E.S.S.E., e per gli studenti universitari saranno riconosciuti crediti formativi.

Questo evento rappresenta un nuovo tassello nella sinergia tra E.S.S.E., mondo accademico e ricerca applicata, confermando l’impegno dell’Ente nel sostenere la formazione scientifica, l’innovazione e la diffusione di buone pratiche per la salute e il benessere naturale.

Rendicontazione 5 per mille: attenzione alle scadenze per le annualità 2023 e 2022

Gli Enti del Terzo Settore (ETS) beneficiari del 5 per mille 2023 e 2022 devono prestare particolare attenzione ai termini di rendicontazione e pubblicazione dei contributi ricevuti. Le scadenze variano in base all’anno di riferimento e all’importo percepito, ma il principio è uno: entro un anno dalla ricezione delle somme è necessario redigere il rendiconto e la relazione illustrativa.

📌 Cosa prevede la normativa

Le regole sono definite dal Decreto Direttoriale n. 396 del 13 dicembre 2022, che ha approvato le nuove “Linee guida per la rendicontazione del contributo del cinque per mille”.
Le spese ammissibili devono essere effettivamente sostenute entro 12 mesi dalla data di percezione delle somme, con la possibilità di accantonare risorse per progetti pluriennali (fino a un massimo di 36 mesi).


🗓️ Le principali scadenze per il 5 per mille 2023

Gli ETS che hanno ricevuto i fondi tra fine 2024 e il 2025 devono:

  • Entro un anno dall’accredito: redigere rendiconto e relazione illustrativa;

  • Entro 30 giorni da questa data: trasmettere i documenti al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (solo per contributi ≥ 20.000 €);

  • Entro ulteriori 30 giorni: pubblicare rendiconto e relazione sul sito web dell’ente e comunicarne l’avvenuta pubblicazione entro 7 giorni attraverso la piattaforma ministeriale.

Gli enti che hanno ricevuto meno di 20.000 € non devono trasmettere o pubblicare i documenti, ma devono conservarli in sede per 10 anni insieme ai giustificativi di spesa.


💻 Come trasmettere la rendicontazione

Gli enti beneficiari di un contributo pari o superiore a 20.000 € devono utilizzare esclusivamente la piattaforma online del Ministero del Lavoro.
Non saranno accettate rendicontazioni inviate tramite PEC o raccomandata.
Attraverso il portale servizi.lavoro.gov.it, l’ETS potrà:

  • compilare il modello di rendiconto,

  • allegare la relazione illustrativa,

  • pubblicare il documento sul proprio sito e comunicare il link ufficiale.


💰 Possibilità di accantonamento delle somme

Il decreto consente di accantonare le somme per progetti di durata massima triennale, previa deliberazione dell’organo statutario.
In tal caso, l’ente dovrà:

  • indicare l’importo accantonato nel modello A,

  • spiegare le motivazioni nella relazione illustrativa,

  • presentare un secondo rendiconto (modello B) entro 36 mesi, con la relazione finale sulle spese sostenute.


⚠️ Attenzione al termine per comunicare l’IBAN

Gli ETS che non hanno ancora ricevuto il 5 per mille 2023 devono comunicare entro il 30 settembre 2026 i dati necessari per il pagamento (IBAN intestato all’ente) tramite la piattaforma RUNTS.
Il mancato invio comporta la perdita del diritto al contributo per l’esercizio 2023.


📅 Annualità 2022: un caso ancora aperto

Per le organizzazioni che hanno ricevuto le somme del 5 per mille 2022 a dicembre 2024, la scadenza per la redazione del rendiconto è fissata al 31 dicembre 2025, con gli stessi termini successivi per invio e pubblicazione.


✅ In sintesi

Annualità Redazione rendiconto Invio (solo per >20.000 €) Pubblicazione online
2023 (primi ordinativi) 27 dicembre 2025 26 gennaio 2026 25 febbraio 2026
2023 (terzo ordinativo) 6 agosto 2026 5 settembre 2026 5 ottobre 2026
2022 (quarto ordinativo) 27 dicembre 2025 26 gennaio 2026 25 febbraio 2026

🧩 Conclusione

La rendicontazione del 5 per mille è molto più di un adempimento: rappresenta un atto di trasparenza e responsabilità sociale verso cittadini e istituzioni.
Gestire correttamente tempi, documenti e pubblicazioni significa rafforzare la credibilità dell’ente e garantire continuità ai progetti finanziati con risorse pubbliche.

A cura del

CENTRO STUDI E.S.S.E.