Riforma fiscale del Terzo Settore: l’Europa dà il via libera, si parte dal 1° gennaio 2026
Con una nota ufficiale pubblicata sul proprio sito istituzionale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato il nuovo impianto fiscale per il Terzo Settore, come confermato dal Ministro Marina Calderone.
👉 Si tratta di una svolta attesa da tempo, che completa un tassello essenziale della riforma del Terzo Settore avviata con il Codice entrato in vigore nel 2017.
A partire dal 1° gennaio 2026, dunque, tutti gli Enti del Terzo Settore (ETS) saranno soggetti al nuovo regime fiscale previsto dal Codice.
🔸 Cosa cambia per le Onlus? Un aspetto particolarmente rilevante riguarda le Onlus: queste avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per decidere se:
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Trasformarsi in ETS ed entrare nel RUNTS, oppure
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Restare fuori dal registro, con conseguente obbligo di devoluzione del proprio patrimonio.
📌 Cosa resta in sospeso La Commissione UE ha chiesto ulteriori approfondimenti su due specifici strumenti di finanziamento:
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Titoli di solidarietà (art. 77 del Codice del Terzo Settore)
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Agevolazioni fiscali per investimenti nelle imprese sociali (art. 18, commi 3 e seguenti, del D.lgs. 112/2017)
Questi strumenti, al momento, non rientrano nel via libera europeo, ma sono oggetto di valutazioni tecniche ancora in corso.
🎯 E ora? Il percorso verso l’operatività completa del nuovo sistema fiscale è tracciato.
Per accompagnare enti, operatori e professionisti in questa transizione, E.S.S.E. Rete Associativa realizzerà una serie di approfondimenti e iniziative di formazione, per chiarire ogni aspetto delle nuove disposizioni.
📣 Una tappa storica per il mondo del non profit italiano, che dal 2026 potrà contare su un sistema fiscale uniforme, autorizzato e pienamente operativo.
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